Casa Santantonio

don-pinoCari Confratelli e cari Amici,

mi unisco a voi nella gioiosa circostanza del raduno degli Ex Allievi e non potendo parteciparvi di persona a causa degli impegni qui nella Casa S. Giuseppe, in Via Aurelia Antica - Roma, dove forse qualcuno di voi ha trascorso alcuni anni della sua gioventù, mi servo di questo scritto per esternarvi il mio più sincero augurio per una buona riuscita dell'iniziativa, per rassicurarvi che vi sono vicino con la preghiera e per ringraziarvi per il bene che state facendo e che farete in favore dell'Opera don Guanella.

Ritengo una grazia del Signore aver avuto la possibilità di vivere parte della mia adolescenza nella casa guanelliana di Alberobello; ricordo con commozione i tre anni lì trascorsi: dal mese di settembre 1967, quando feci il mio ingresso per le cosiddette "prove", come allora si usava dire, fino al mese di giugno dell'anno 1970, quando conclusi la III media (a settembre dello stesso anno poi venni qui a Roma per frequentare il Ginnasio). Sono ritornato ad Alberobello anni dopo, nel settembre del 1976, per l'esperienza del Tirocinio e vi ho trascorso un altro anno, fino al mese di settembre del 1977.

«La vita - ha scritto un filosofo - può essere capita solo guardando indietro, ma va vissuta guardando avanti» (S. Kierkegaard).

Guardando indietro la mia vita trovo che il Signore ha disposto che in quei tre anni, sotto la guida paterna e benevola degli "assistenti", come allora chiamavano i sacerdoti nostri formatori, la chiamata a dedicare la vita al Signore e ai poveri nell'Opera don Guanella prendesse corpo e diventasse sempre più chiara. Oltre che al Signore, i miei sentimenti di gratitudine vanno agli "assistenti" e ai "superiori" di allora (don Antonio Filippi, don Mario Baldini, don Giuseppe Pavan, don Attilio Bonora, don Luigi Consonni, don Dante Camurri, don Anselmo Gandossini, don Antonio Ottaviano - spero di non aver dimenticato nessuno -), e a tutti voi che avete condiviso il cammino di quegli anni insieme a me. Me ne ricordo tanti perché conservo come tesoro prezioso qualche fotografia e mi piacerebbe potervi riabbracciare in una prossima occasione: anche voi avete contribuito a rendere solida dentro di me la percezione della chiamata di Dio ad essere "Servo della Carità".

Guardando avanti, vedo impegno, donazione, sacrificio, sofferenze insieme a gioie e gratificazioni. E tanta speranza: come ieri e come oggi, anche domani il Signore mi sarà vicino con la sua grazia, la sua consolazione e la sua pace.

Auguro anche a voi, guardando indietro agli anni trascorsi ad Alberobello, di "capire" sempre meglio la vostra vita per poter guardare con fiducia e speranza al vostro futuro.

Un abbraccio fraterno.

Don Pino Venerito